Il sommo maestro Antonio-san e il sommo bernoccolo della somma saggezza!

Benvenuti amici al secondo post richiesto grazie al JukeboxUnaParola! La richiesta è di Antonio… Antonio dedica questo post: “A tutti i Padawan!”

Il titolo del post richiesto, con tanto contegno nel commento di Antonio… è:

Il sommo Antonio-san e il sommo bernoccolo della somma saggezza!

Nel periodo Edo… tra i villaggi del periodo Edo… le comunicazioni erano veloci e non esistevano ritardi… anche perchè andavano tutti a piedi… proprio al massimo in groppa a un muletto! Nel famoso… beh insomma… nel quasi famoso… beh insomma… nel più o meno noto… beh non direi… insomma in uno sconosciuto villaggio del periodo Edo noto a tutti come “A quel paese” il sommo maestro Antonio-san… famoso, lui sì, per la sua abilità nelle arti marziali segrete… così segrete che questo sarà il decimo post che ci scriviamo sopra… dicevamo… ah sì… il sommo maestro Antonio-san aveva pronto il sommo fagotto con tutte le sue cose per partire per un viaggio di meditazione e riflessione. Tutto il villaggio aveva pronti i fazzoletti per fare la solita scenetta della gente che saluta con il fazzoletto… e si commuove a tratti… tutto per salutare come si deve Antonio-san… c’era anche la Banda!!!

Antonio-san con sguardo serio guardò i suoi concittadini… i suoi allievi che si davano pugni nelle costole per contenere la content… ehm… il dispiacere… vide la banda e sbottò: “Ohibò! E vi dico ‘ohibò’ perchè sono sempre un maestro molto zen… Ma siete contenti che io vada via!?” Tutto il villaggio del periodo Edo, noto a tutti come “A quel paese” inorridì e Taglia, uno degli allievi prediletti del maestro… scostò di lato i suoi capelli luuunghiii luuuunghiii e disse: “No, maestro… non importa che appena tu sia partito ci daremo ai bagordi più sfrenati… credimi, sono sincero quando ti dico che durante la tua assenza saremo tutti affranti!!!” E il maestro rispose: “Ohibò!” Quasi quasi il maestro sarebbe rimasto volentieri a casa… ma se l’avesse fatto non ci sarebbe stato questo post e quindi diciamo che se l’era bevuta e stava per partire… quando da un albero zombettò con un valiggione 4X4 sulle sue spalle… il ninja solitario! Il ninja solitario disse: “Maestro! Sono pronto… partiamo!” E il maestro disse: “Ohibò! E dico sempre ohibò sempre per quella questione dell’essere zen, ma io a te, ninja solitario proprio non ti sopporto!” E il ninja solitario disse: “Non temere maestro… mi porto io!” E tutti gli abitanti del villaggio esclamarono: “Ohibò!” perchè tutto il villaggio era molto zen! Vedendo la scena… Psicosi… il più giovane degli allievi del sommo maestro disse: “Anch’ioooooo!!! Non è giusto voglio venire anch’ioooo!!!” Ma il maestro disse: “No… non verrà nessuno di voi con me… perchè questo è un viaggio da fare da soli… io torno nella mia terra natale per meditare!” E qualcuno dalla folla disse: “Ma Natale è già passato maestro!!!” E il maestro con somma pazienza disse: “Natale nel senso che ci sono nato… non della festa!” E il ninja solitario chiese: “Ma come maestro?! Non sei di ‘A quel paese’? E come sei arrivato fin qui… no perchè so che a me mi ci hanno mandato… qui… ‘A quel paese’… ma tu!?” E il maestro disse: “Ohibò… questo verrà detto in un altro post!” Nessuno capì cosa fosse il “post” ma tutti ebbero fiducia delle doti di preveggenza di Antonio-sensei!

Fu così che Antonio-sensei partì… salutando tutti e facendo ciao ciao con la mano… e appena fu giunto alla prima curva… incominciò a correre per paura che un qualche ninja solitario che soffriva di solitudine… chissà chi era… lo seguisse!

Passarono vari giorni… e alla fine Antonio-san arrivò al suo paese natio, villaggio del periodo Edo noto a tutti con il nome di: “Ma che CiTrullo!” chiamato così per l’ampia quantità di CiTrulli… le abitazioni tipiche di quella regione, nel periodo Edo. Tutto il villaggio “Ma che CiTrullo” era in festa per l’arrivo di Antonio-san… perchè era un po’ come una personalità! Era tanto famoso che dovette rendere visita a tutti i CiTrulli del posto… nel senso sempre di case… e ai rispettivi abitanti!

Ma la visita più importante… fu quella al suo vecchio maestro… il Sensei-sensei! Che era un Sensei… che si chiamava Sensei… ma tutti per non confondersi lo chiamavano Antonio-sensei… pure a lui! A volte lo chiamavano Sensei-Sr!

Antonio-sensei si avvicinò a Sensei-Sr. e disse: “Maestro!!!” E Sensei-Sr. disse: “Maestroooo!!!!” E Antonio sensei rispose: “Maestroooo!!!” E Sensei-Sr. disse: “Maestrooo!!!” E un passante disse: “Ma insomma… vabbè che con il copia e incolla si fa presto… ma ora basta!!!”

Allora Antonio-san esclamò: “Ohibò!” E Sensei-Sr. esclamò: “Sorbole!” Perchè lui era zen così! Si abbracciarono e Sensei-Sr. disse: “Sorbole… ma mio allievo prediletto… come è andato il viaggio?!” E Antonio-san rispose: “Ohibò… Mi ci vuole un pediluvio!” E il Sensei-Sr. rispose: “Sorbole! Mio allievo prediletto… ma perchè dopo il sommo pediluvio non vieni a fare una lezioncina con i miei allievi migliori… tutti aspiranti sensei! Saranno onorati di vedere quello che è tuttora il mio allievo migliore!!!” E il sommo Antonio-san con le lacrime agli occhi rispose: “Ohibò Maestro… mi pesti un piede!!” E il Sensei-Sr. rispose: “Sorbole!” Allora Antonio-sensei disse: “Bene maestro… facciamo vedere a questi pivelli cosa sa fare un vero sensei!” E il sensei-Sr. rispose: “Sorbole vuoi forse dire che io non sono un vero sensei?!” E con queste parole… i due cominciarono a darsele di santa ragione… ma colmi di rispetto perchè erano 2 sensei! Tutti i passanti passavano di là e non dicevano “Che bella la casetta in Canadà!” Ma dicevano: “Tra sensei ci si saluta così!”

Ore dopo i due sensei… una volta finiti i saluti e i convenevoli tra di loro… si ritrovarono alla Palestra del Sensei-Sr. Tutti gli allievi ninja del Sensei-Sr. tremarono a vedere il loro Sensei accompagnato da quell’altro sensei… anche perchè si erano fatti certi occhi neri che sembravano due orsetti lavatori!

Pochi minuti… iniziarono gli allenamenti… e visto che tutti gli allievi del Sensei-Sr. erano un po’ irruenti… si lanciarono contemporaneamente addosso ad Antonio-san… che cacciò dalla manica del suo kimono uno strano arnese che al suono di “CLICK!” accecò tutti quanti…  Tutti restarono esterefatti… anche Sensei-Sr. che disse: “Sorbole… sei diventato bravo… Sorbole mi è venuta sete!” E Antonio-sensei cacciò dal suo kimono la famosa tazza di cha… e il Sensei-Sr. disse: “Sorbole ma allora sei Silvan!”

Tutti bevevano… e brindavano in onore di Antonio-san… quando dall’ombra… anche se era sotto a un neon… ma i neon nel periodo Edo non erano stati ancora inventati quindi era all’ombra comunque… dicevamo?! Ah sì… quando dall’ombra un temibile shinobi si avvicinò in silenzio quatto quatto urlando a squarciagola: “BAAAANZAAAAIII!” si avvicinò ad Antonio-san… dandogli una KATANATA pazzesca in testa!!! Tutti gli allievi allora si misero in posizione di combattimento… ma lo shinobi, molto furbo, disse: “Non l’ho fatto volontariamente parola mia!” Loro gli credetterò e lui diede Katanate in testa a tutti loro… poi Antonio-san si risvegliò… e disse allo Shinobi… “Ohibò… combatti!” E lo Shinobi disse: “Non l’ho fatto apposta!” E Antono-san disse: “Ohibò! Ti credo!” E lui gli diede un’altra katanata in testa… si risvegliarono gli allievi… e così per una decina di Katanate a cranio (letteralmente!)

Intanto Sensei-Sr. si spazzolava tutti i biscotti che Antonio-sensei aveva servito con il cha… ma Antonio-sensei all’ennesima Katanata… e al rispettivo risveglio disse allo shinobi: “Ohibò… non ti credo più! Ho così tanti bernoccoli che sembro un cervo! Ma il tredicesimo bernoccolo è stato la tua sconfitta…” “Il tredicesimo?!” rispose… sconvolto lo shinobi… che non credeva alla sagacia di Antonio-san…nessuno infatti si era mai accorto della sua tecnica fino alla novantesima katanata… “Sì – rispose Antonio-san – perchè il tredicesimo bernoccolo… è il SOMMO BERNOCCOLO DELLA SAGGEZZA!!! WATAH!” E con lo Watah… che voi non vi potete rendere conto ma era una testata stratosferica data nello stomaco dello shinobi… testata data proprio con il sommo bernoccolo della somma saggezza… Antonio-sensei sconfisse il temibile shinobi… le cui ultime parole furono: “Non l’ho fatto apposta!!!”

Finita questa terribile battaglia… Antonio-sensei si girò verso il Sensei-Sr. e quest’ultimo disse: “Sorbole! Proprio buono questo dolcetto!” E Antonio-san disse: “Ohibò! Ma Sensei-Sr.?! Come hai fatto a sopravvivere alle katanate pazzesche del temibile shinobi!? Sembra che non ti abbia proprio toccato!?” E il Sensei-Sr. rispose: “Sorbole… è vero… ma vedi… il temibile shinobi combatte solo con i ninja… e io sono un KOKEN!”

Cronache dell’epoca riportano l’incidente come “il tentato omicidio del Sensei-Sr. per mano di Antonio-San!” ma era tentato… e quindi poche ore dopo Antonio-san era già in viaggio verso casa… stava anche lui tornando “A quel paese!”

Grande giubilo fu in tutto il villaggio al suo arrivo… nascosero tutte le bottiglie di Sake vuote sotto i tavolini… e festeggiarono il ritorno del sommo Sensei… finchè… il ninja solitario non disse: “Maestro… ma che hai sulla fronte!?!” E Taglia-san, che durante l’assenza del maestro aveva perso tutti quei suoi capelli luuunghii luuunghi, disse: “Toh… Maestro mi sembrate un unicorno!” Arrivò Psicosi e disse: “Ho fame!” Arrivò Aquilotto-san e disse: “Aiuto un ricettario mi insegue!” E il maestro Antonio-san, che era stanco e per questo non aveva voglia di essere molto zen, rispose: “Watah!” Atterrando tutti i suoi allievi… ma non li uccise… perchè l’aveva detto con il minuscolo questa volta… quindi li atterrò tutti… tranne il ninja solitario… che guardò i suoi compagni di battaglia e disse: “Uffaaa!!! La volevo anch’io la camomillaaaaa!!!” E il sommo maestro Antonio-san disse: “Non è camomilla… è l’effetto della somma capocciata con il sommo bernoccolo della somma saggezza! E’ capace di abbattere tutti i ninja…anche quelli più saggi… E con te… come al solito… non ha funzionato!!!” E il ninja solitario rispose: “Per forza… non sono un ninja… sono un koken!”