In direttissima dalla Turchia!

Sarà anche stata un’impresa trovare un computer disponibile… ma eccomi qua! In direttissima dalla Turchia terra d’origine del premio nobel per la letteratura 2006 Orhan Pamuk! E quelli che non mi conoscono penseranno: “Ma questa qua non lavora mai? Come si mantiene? Si mangia la pensione del pardre come i tanti “bamboccioni”? Allora è colpa di quelli come lei se ci hanno chiamato “bamboccioni”? Ma cos’è un “bamboccione”, forse un parente del “Ciccio-Bello”? EtcEtc

Quelli di voi che mi conoscono (anche se maledetti non commentate mai! Che cavolo di amici ho!) sanno che nell’arco di uno dei miei tanti-ma tanti-ma tanti- lavoretti precari… io viaggio molto… per la serie “Magari non ti paghiamo ma almeno ti paghiamo il biglietto aereo”! E poi diciamoci la verità… sono sempre stata un po’ vagabonda!

Comunque oggi, fino a dopodomani… quando dovrò tornare per fare le mie porche ore come insegnante ai Salesiani… tappa Turchia! Istanbul tanto per essere precisi perchè in due giorni scarsi non è che io possa muovermi un granchè!

Ad ogni modo sfatiamo qualche mito… i turchi non fumano come turchi, men che meno sono il flagello dei popoli (neanche i tartari… forse il tartaro è il flagello dei denti e la tartarre è il flagello di ogni dieta, ma tartari e turchi sono alquanto pacifici), i tulipani non sono dorati come nei film, e poi la moschea blu non è tutta blu.

Il guaio è la cucina… visto che non mangerei mai un povero montone o un povero agnello… ma le verdure e i dolci sono abbastanza buoni… anche quelli per strada… o almeno così dicono anche perchè io per strada non ho mangiato, ma non per qualcosa è che ho difficoltà a mangiare in strada persino il gelato! 

Comunque vi consiglio di andare ad Istanbul è sicuramente da vedere!

Ciao si dice "Selam" non "Salam"!

A proposito… “Ciao” si dice “Selam” non “Salam”!

Quella buonissima torta à Paris!

Me la ricordo ancora quella torta! Cioccolattosa e buona… così buona da non fregarmene niente se poi fossi diventata tutta ciccia e brufoli come nella famosa pubblicità di un’altrettanto famosa merendina! Il ristorante? Era una brasserie, chiamata “St. Augustin”. All’epoca avevo 16 anni e in una città dove mettono sottaceti un po’ ovunque… nel panino e nella pasta (direte… idiota ti mangi la pasta a Parigi?! Avevo 16 anni e non pappavo da un giorno sano! L’errore non l’ho fatto più!) Dicevo, in una città del genere, quella torta fu una delizia! Tanto che ci tornai in quel ristorantino due anni dopo, e lei era lì ad aspettarmi! Due anni dopo ancora lì. Questa volta ero in “dolce compagnia” (sia ben chiaro che non parlo della torta) e anche lui trovò quella torta stupenda. La mia compagnia dovette trovarla un po’ meno stupenda… visto che dopo un mese mi mollò senza dirmi niente!

Passano gli anni. Ho imparato  dai miei errori di non mangiare mai pasta all’estero. Ho imparato a scegliere dai menù più bislacchi le cose più commestibili. Ho imparato a non fidarmi di uno che potrebbe mollarti neanche un mese dopo. Ho imparato tanto, ma non ho dimenticato. E così sono tornata, come un assassino sul luogo del delitto in quel “ristorantino”… ma la torta non c’era più! Eh già… a quanto pare quello che non avevo imparato era che i menù prima o poi cambiano, perchè cambiano i cuochi, i proprietari, i clienti! I cuochi diventano più chic, i proprietari allergici alla cioccolata, i clienti… quelli a quanto pare non cambiano, invecchiano ma cercano ancora quella deliziosa torta! E si incavolano come un riccio a primavera se non la trovano!

Anche perchè per noi Paris deve essere sempre la stessa, con in battelluccio mouche sulla Senna, con la musica che inizia appena parte: “à Paris… là ou…. à Paris“… il rivenditore di Baguette vicino al Louvre, la Gioconda al Louvre (possibilmente senza templari uccisi che l’uomo vitruviano), i ragazzi in basco… eh no! Perchè io un ragazzo in basco non l’ho mai visto! A parte Che Guevara nelle serigrafie varie… ma non credo che conti… Quello che conta è che Parigi è sempre Paris… però se qualcuno di voi trova la ricetta del pavé au chocolat mi faccia un fischio!

Quei gentiluomini di una volta!

Questa volta siamo un po’ più seri del solito. Oggi all’età di 83 anni è morto Paul Newman. Ricordo che da bambina vedevo i suoi film, in compagnia di mia mamma, film deliziosi nella loro semplicità.

In questo mondo di veline e vallette, di tronisti e calciatori che confondono congiuntivo e congiuntivite, quei film, pieni di buoni sentimenti, ci mancano non poco. Film dove essere seducenti non significava essere volgari. Essere innamorati non era banale.

A Paul Newman e a tutti quei “gentiluomini di una volta”, quali Cary Grant, Gregory Peck e Rock Hudson va il mio grazie, per aver allietato un’infanzia che altrimenti sarebbe stata molto più triste.  Per avermi insegnato a ridere delle cose più semplici e per avermi fatto passare tanti pomeriggi e tante serate seduta sul divano, affianco a mia madre.

Un gran bel signore!

Un gran bel signore!

Tiffany Bless America!

Altro giorno… altre “paturnie”! Ricordate quando in Colazione da Tiffany la Hepburn… passeggiava con quel bicchierone di cartone di caffè davanti alla famosa gioielleria? L’ho fatto anch’io… ma nella gioielleria non mi potevo comprar nulla (manco Holly Golightly… ma la Hepburn sì e lo sappiamo benissimo anche mentre nel film dice che non può permetterselo!) e poi il caffè mi andò di traverso… perchè faceva schifo ma veramente schifo!
Begli Orecchini - Caffè orrendo!

Begli Orecchini - Caffè orrendo!

Tutto questo in era “pre-11-9″… quando a New York si poteva ancora passeggiare che non ti pensava nessuno… ma proprio nessuno… beh forse qualcuno sì… ma era un pensiero gradito! Anche perchè avevo 18 anni e lui era “così americano”… nel senso che ricordava uno di quei sani ragazzotti dei telefilm!

Ad ogni modo ci sono tornata nel “post”, che fosse post-11-9, post-bush o post-Sex&theCity lo lascio decidere a voi… e sono rimasta sconvolta dalla quantità di gente impaurita! Tuttora impaurita! Che mi sono ritrovata a fissare… perchè mi fissavano storto! E sì che non sembro pericolosa!

Quel che penso è che gli Americani si pensavano tanto invincibili, stile Rambo o Rocky, da fregarsene di tutto e tutti… da non considerare quello poteva succedere e sottovalutare il pericolo. E come chi si trova impreparato al colpo… quando viene colpito fa ancora più male.

Quel che spero è che dopo tanto tempo, perchè ormai è passato parecchio, troppo per pensarci ad ogni persona che vedi con un documento diverso da quello statunitense, gli americani la smettano di aver paura, e capiscano che non tutti sono contro di loro… e non lo dico perchè mi stanno simpatici, ANZI, ma non è giusto vivere in un pregiudizio causato da una paura.

Non voleva essere un predicozzo, anche se lo sembra. Anch’io ho dei pregiudizi… ad esempio non bevo il caffè quando sono negli Usa… e così torno in Italia molto più rilassata 🙂  Spero che si rilassino anche loro!

Un’altra cosa… se credevate che NY fosse affollata… andate in giro all’alba, come Holly, MA NON PRENDETE IL CAFFE’ a meno che non abbiate istinti suicidi o le papille gustative atrofizzate!

Se credevate che fosse affollata...

Se credevate che fosse affollata...

Suonati e Suonerie!

Avete mai fatto caso a quante e a quali torture musicali i moderni cellulari ci sottopongano? Associando poi la suoneria al possessore del telefonino e invertendo l’ordine delle suonerie il risultato non cambia… anzi peggiora.

Ed eccovi alcuni esempi:

1) Nel silenzio del treno… all’improvviso tra un sonnellino e un altro si sente: “Si trasforma in un razzo missile con circuiti di mille valvole…”! Per i più giovani… questa è la sigla di UFO ROBOT. Il possessore? Un 30… ancora attaccato ai ricordi d’infanzia che arrossendo cerca di strangolare il cellulare per impedirgli di suonare e così scansare gli sguardi maliziosi dei presenti… direte… te lo ricordi anche tu Ufo robot… si ma non lo ho sul cellulare!

2) Al bar mentre si prende un caffè: “Cinque giorni che ti ho perso…” tu incominci a strapparti i capelli mentre pensi a quest’ora di mattina ZARRILLO NO! e poi un uomo di mezza età risponde: “Tesoro…” Ma non l’aveva persa? Misteri della telefonia!

3) Dal benzinaio… “Papapppapapà” ok, scusate non si capisce… la sigla di Rocky, del primo Rocky, quando allenandosi saliva le scale seguito da una folle immane di podisti! E il benzinaio, un omino minuto calvo e paffuto, risponde: “Dimmi Adriana!”. E che cavolo a certa gente dovrebbero vietarle certe suonerie!

4) Nella sala professori… il prof. di matematica che ha la colonna sonora dell’esorcista… voi direte “è un classico!” Numero uno: non conoscete il prof. di matematica… che lui abbia la OST dell’esorcista come suoneria è come se il “presidente dell’associazione agricoltori italiani” come suoneria avesse “Cogli la prima mela” di Branduardi! Numero due… vi ho mai detto che insegno ai salesiani? Ehm!

5) Non mi è capitato mai di sentire la colonna sonora legata alle apparizioni di Hitchcock… ma forse sarebbe un’ammissione di colpevolezza nell’omicidio della moglie o dell’amante o della madre…etcetc… ma mi è capitato di sentire la sigla della Squadra e di distretto di Polizia…. spero non fossero dei tutori dell’ordine!

E così tra suonerie varie e mattate varie… queste sono le suonerie che mi sono rimaste più impresse, insieme ad “un estate al mare” mentre ero a Roccaraso… Penserete voi… e tu, maledetta, che suoneria hai? Ehm… Happy birthday il giorno del mio compleanno, Jingle Bells a Natale… ogni giorno una suoneria… perchè di volta in volta mi viene in antipatia quella canzone! E voi che suoneria avete?

Non c’è limite al cattivo gusto!

Sì! Perchè è semplicemente di cattivo gusto (oltre che ridicolo) il promettere 250 euro di regalia natalizia (a settembre) a persone che ti sei appena rifiutato di pagare.

Altrettanto di cattivo gusto è attribuire ore di permesso in più da detrarre da uno stipendio che già sai non verrà mai dato. Figurarsi se poi le persone in questione hanno anche sostituito il palestratissimo prof. di ed. Fisica, uno tanto palestrato da far sembrare il famoso bambolotto-marines BIG JIM una femminuccia (ma per questo è meglio chiedere a Ken); uno che è riuscito a farsi destituire sebbene non percepisse stipendio! Che poi, dico io, a scuola di solito quelli che prediligono l’educazione fisica sono quelli che non hanno molto cervello né voglia di studiare, figuriamoci uno che “studia” per diventare professore di educazione fisica!

Mi scuso per aver detto che i “tipi atletici” non hanno (a mio dire) molto cervello… ma non sono mai stata smentita, e non parlo semplicemente di Alberto Tomba che parla tuttora in 3° persona e simili… ma anche dei suddetti professori.

Ricordo quando ero in 3° elementare. La professoressa insisteva perchè completassi il quadro svedese (che poi perchè è svedese?) Durante la salita filò tutto liscio, se non fosse che… arrivata ad un certo punto… incominciai a riscendere come fosse una scala a pioli… MA NO!… “a testa in giù, di lato, dall’altro lato”. Avevo 7/8 anni, mi ero da poco trasferita in una nuova città e mi avrebbe fatto comodo sapere ai miei nuovi compagni di classe che ero “coraggiosa”. Mi rifiutai lo stesso. A FINE ANNO LA PROF. CONSIGLIO A MIA MADRE DI FARMI RIPETERE LA CLASSE TERZA. Non per cattivo rendimento, ma per mancata maturità: mi ero impuntata: a testa in giù non ci sarei mai scesa da lì. Anche lei si era impuntata, ma l’immatura ero io.

Questo per dire che, sebbene per carità ci siano delle eccezioni, non associo mai i tipi atletici, men che meno quelli palestrati, ad Einstein… pregiudizio mio, ma non mi immagino Albertone calcolare la relatività mentre fa spinning. Né Einstein, né Tomba.

Mai fidarsi dei ristoranti a conduzione familiare!

Salve gente come va?

Ed ora vediamo di farvi fare due risate. Parliamo delle mie vacanze. Stanchi dei rotolini di ciccia e dei chili di troppo? Allora non andate assolutamente in Grecia. Avete mai visto “Il mio grasso grosso matrimonio greco”? Beh, andare in Grecia è peggio. Io non mi aspettavo che qualcuno potesse essere peggio di mia zia S. che a quasi 30 anni, mi sottomette ancora all’aereoplanino/forchetta quando vado a trovarla e lei ha cucinato broccoli (che poi dove li troverà i broccoli freschi e non surgelati tutto l’anno non l’ho mai capito…)

Ed eccomi di nuovo alla Grecia. Arrivata ad Atene, stupenda, meravigliosa, me ne vado nel mio bell’ostellino della gioventù. Contenta perchè nonostante l’aria da matusalemme rispetto ai diciottenni e alle diciottenni in vacanza nell’ostello, mi avevano fatta entrare (ma parola mia dall’anno prossimo solo vacanze in alberghi a 5 stelle) me ne vado in giro alla ricerca di cibo. Trovo questo bel localino. Carino, economico e… ahimè… a conduzione familiare!!! Ed ecco che i gestori del ristorantino hanno dimostrato di essere dei veri Ateniesi in tutto il loro fervore “olimpico” nel rimpinzarmi!

Certo non sono obesa… ma non ho neanche l’aria così macilenta da giustificare un tale interesse per le mie abitudini alimentari! Così tra Pitas, Ouzo e quant’altro… alla fine mi trascinavo nella valle dei Templi come fossi stata una salamadra, solo un po’ meno umidiccia, ma altrettanto strisciante!

Io nella valle dei templi!

Io nella valle dei templi!

Ergo! (uso “ergo” solo per tenere alto il livello culturale) Se mai ci fosse stata la possibilità di incotrare un bell’Apollo (magari senza carro del sole) il mio fascino livello zero aveva annullato tutte le mie possibilità… MAI FIDARSI DEI RISTORANTI A CONDUZIONE FAMILIARE!

L’avventura quotidiana di un piccione viaggiatore

Pendolari… prestatemi orecchio. Perchè ognuno di noi si è trovato su un treno in ritardo di almeno 3 ore. E se fate parte delle FS allora… chiedo venia… ma come cavolo vi è venuto in mente di chiamare un treno “minuetto”… Cavolo… lo dice la parola che è lento!!! La prossima volta chiamatelo Andante, ma mi raccomando non Adagio, o siamo belli che fregati.

Ad ogni modo. Il punto è chi di noi non ha mai osservato il placido omino che di prima mattina, pelato e un po’ tarchiato, passeggia inerosabilmente sull’odiatissima linea gialla? Non è un suicida, ma il pendolare tipo, quello che io chiamo “il piccione viaggiatore” per la sua abitudine di ritrarre il collo all’interno del bavero, gonfiare il petto ed espirare ad ogni ritardo. Saltellare goffamente dal bar della stazione all’edicola, per poi fermarsi davanti alla tabella degli orari. E tiene stretta la sua 24ore come un piccione tiene stretta l’ultima mollica di pane.

La prossima volta che entrate in una stazione fateci caso. Il piccione viaggiatore è sempre lì. Non è mai sul treno, sempre al bordo del binario. Che aspetta e sbuffa e scuote il capo a zampe sempre divaricate, cercando con la testolina qualcosa nella valiggetta. E non sorridendo MAI! E come potrebbe? Il suo treno è sempre quello in ritardo!

Ricordi… something about me!

Perchè sono come sono? Sinceramente non saprei. Mi sono spesso sentita definire: “Strana” “Particolare” “Buffa” “Pazzerella” “Etc” “Etc”. Il perchè? Non saprei. E tanto per essere sinceri non ne faccio un vanto. Per me non c’è cosa migliore di essere “normali”. E così niente buchi multipli sul naso, o capelli multicolor… si mi piace la musica alternativa e i film in bianco e nero… ma credetemi la mia vita è all’insegna della continua ricerca della normalità!

Eppure direte voi… normale non è! Come già detto questa non è una novità per me… l’hanno detto in tanti dall’insegnante di pianoforte che avevo a 7/8 anni al prete che mi ha fatto la comunione alla maestra delle elementari che correggendo il tema del mio esame (perchè all’epoca c’era ancora, l’esame non la maestra) disse “è troppo di fantasia”… un tema di fantasia troppo di fantasia… chi pensava che fossi Verga o De Sica padre (perchè fossi stata De Sica figlio avrei scritto delle mie vacanze di natale, fossi stata De Sica nipote mi sarei messa un basco e avrei fatto l’alternativa) ???

La cosa è andata avanti… tra rapporti conflittuali con i professori più svariati. Una prof. mi odiava perchè non parlavo di ragazzi con le mie compagne di classe (diceva che me la tiravo… il fatto che io avessi 11 anni è un dettaglio) Un prof., una volta che aveva smesso il lutto per De Andrè (adoro le sue canzoni… ma il prof in questione non aveva portato il lutto tre mesi prima per il padre), mi rispose a un tema con un poemetto… dove diceva che ero effettivamente strana…  mah… perchè lui era normale?!

E poi gli uomini??? Perchè smentendo la prof. di cui sopra e non tirandomela ecco la trafila di uomini che mi si sono avvicinati negli ultimi anni:

1) Un ex compagno di classe… palesemente innamorato di una mia amica

2) Un tizio che dopo il primo appuntamento si è incollato al mio citofono… alle 3 di notte

3) Un idiota che dopo avermi chiamato “tesoruccio” per tutto un mese… è scomparso… nel nulla… credo sia ancora vivo… forse è a Casablanca e ora si chiama Genoveffa… perchè una telefonatina dopo aver detto “Ti chiamo domani tesoro” poteva anche farla!

4) Un tizio che mi ha invitato a ballare in discoteca… voi direte che c’è di strano… il fatto che fosse scalzo e in mutande vi dice niente?

5) Il mio capo (non l’avete visto e non potreste capire)

6) L’istruttore di sci che mi aveva visto schiantare contro l’albero senza muovere un dito (e secondo te… sotto antidolorifico io dovrei dare retta a te che hai detto “Non l’aiutate… per imparare ad andare sugli sci si deve saper cadere e rialzarsi” ?)

7) Il bibliotecario (a meno che non fosse vero che la fotocopiatrice funzionava solo dopo le 19 di sera… peccato che chiudessero alle 18 e 30)

8) Una serie di idioti che non so perchè si spaventano…

Questo è quanto… certo che al primo fidanzatino non mi era sembrato così difficile trattare con gli uomini e pensare che avevo 5 anni… al secondo fidanzatino… quando avevo 5 anni e 1 mese… però capì subito che sarebbe stato molto più difficile!

Hello World!

Si dice che scrivere non sia altro che una questione di abitudine, per lo stile, per la grafia, riguardo alla grammatica e all’ortografia l’abitudine deve essere nata in tenera età, all’epoca dei pensierini sulla mamma e della letterina alla festa del papà.
In America pullulano gruppi di aiuto contro il WRITER’S BLOCK, maccheronicamente noto come blocco dello scrittore. Anche in questo caso il consiglio è sempre uno. SCRIVERE SCRIVERE SCRIVERE. Che poi, dico io, se ho scrittore ha un blocco come farà a scrivere, mica non scrive perché ha finito l’inchiostro o gli si è scassato il pc?!?
Comunque, ogni tentativo è valido, ed eccomi qua! Hello World… e chiunque si sia aperto n blog qui sa di che parlo… una “giovane” scrittrice al suo primo libro… irrimediabilmente bloccata. Eh già perché del libro non mi viene una parola da 13 mesi, e se continuerà così non sarò più “giovane” e l’occasione di vedere il libro in libreria andrà nel dimenticatoio.
MA. Decidere cosa scrivere per riprendere a scrivere è stato un problema. Dicono “qualsiasi cosa l’importante è non fermarsi”. E allora perché non un diario. L’avevo iniziato ma mi è stato rubato. E allora “compratene un altro”, direte voi. Già fatto. L’ho dimenticato. Dove? Se l’avessi saputo non l’avrei dimenticato. Quindi chiusa la parentesi diari… eccomi qua. Un blog dove scrivere le banalità quotidiane, tutto pur di sbloccarmi.
Incominciamo dunque, Caro diario… anzi no. Cari lettori. Mi chiamo Godot e non so che diavolo scrivere quindi abbiate pietà di me. Sono consapevole della sciocchezza di questo esperimento ma la mia disperazione è tale da fregarmene di tutto e tutti… e andare da uno psicologo per vedere cosa mi bloccasse… ed ecco il tipo che mi guarda… lui tutto precisino e io una mezza pazzoide… l’incontro è stato perfetto.
Ho 27 anni. Pessima età per essere single ma non temete non sarò l’ennesima Bridget Jones, anche perché a chi frega del solito diario della quasi trentenne in cerca di innamorato. Troppo banale, già scritto, già letto. Quindi mi limiterò a scrivere la mia giornata. Noiosa forse, ma almeno mia.